EMOZIONI E STRESS: QUALE RELAZIONE??

25.04.2020


A ognuno di noi sarà capitato di sicuro di affrontare nel corso della propria vita momenti particolarmente difficili in cui abbiamo dovuto gestire diverse situazioni spiacevoli in ambito personale, nel contesto lavorativo o familiare, nella relazione con gli altri.

Al di là di quale sia stata la nostra difficoltà e la situazione che abbiamo dovuto gestire, sicuramente la prima cosa con cui siamo venuti a contatto, è la sofferenza che abbiamo provato, le emozioni che ne sono scaturite e che ci hanno fatto stare male.

Ma cosa sono le emozioni?

Le emozioni sono esperienze complesse, normali e di breve durata. Rappresentano il nostro mondo interiore, ci dicono come ci sentiamo in un determinato momento, sono processi in continua evoluzione e rappresentano il motore delle nostre azioni.

Ci sono tre livelli che operano nelle emozioni: quello fisiologico la cui attivazione deriva dall'attivazione del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico (SNP); un livello cognitivo capace di valutare e dare significato a quello che accade attorno a ognuno di noi. E infine c'è un livello comportamentale, a cui sottende una dimensione motivazionale dell'individuo, che determina i sistemi di risposte e quindi i nostri comportamenti.

Dove si trovano le emozioni?

Si ritiene che la sede delle emozioni sia il cervello, in particolar modo il sistema limbico che è conosciuto come il "cervello emotivo". Esso è composto da una moltitudine di strutture cerebrali interconnesse tra loro tra cui l'ippocampo, l'ipotalamo e l'amigdala che sono maggiormente implicate nei processi emotivi. In particolar modo l'amigdala è responsabile dell'elaborazione delle emozioni, del consolidamento della paura e della formazione delle memorie associate ad eventi emotivi.

A cosa servono le emozioni?

Le emozioni hanno delle funzioni precise: svolgono un ruolo importante nel processo di adattamento dell'individuo all'ambiente in quanto guidano i nostri comportamenti, favoriscono la presa di decisione, dirigono i nostri processi cognitivi e attentivi, fissano le memorie degli eventi. Inoltre le emozioni hanno una funzione comunicativa e sociale.

Ma se sono così utili, quando le emozioni rappresentano per noi un problema ?

Le emozioni causano sofferenza quando sono troppo intense, compaiono frequentemente e durano troppo a lungo; diventano in sostanza invalidanti per la persona.

Le emozioni sono innate e automatiche in ognuno di noi e sono proprio le nostre reazioni emotive a farci vivere come stressanti o non stressanti, spiacevoli o non spiacevoli, gli stimoli esterni.

Cosa è lo stress?

Lo stress di per sé non è nocivo in quanto ha una funzione adattiva agli stimoli esterni: è una forma di energia che utilizziamo per poter più facilmente raggiungere un obiettivo, ci mantiene attivi e reattivi. Visto in quest'ottica viene definito eustress. Al contrario è definito distress, lo stress negativo, quello che genera ansia, preoccupazione, riduce le prestazioni e crea problemi psicologici e fisici.

Siccome le emozioni rivestono un ruolo centrale nella vita di ognuno di noi, è importante imparare a riconoscerle e gestirle in modo adeguato.

Come possiamo gestire le reazioni emotive collegate allo stress?

Quello che generalmente siamo portati a fare sia per risolvere i problemi materiali sia per fronteggiare gli stati mentali e la sofferenza psichica che ne deriva, è di usare il "pensiero critico" e il "problem solving". Quante tante volte abbiamo ripetuto a noi stessi di non pensare a quella cosa che ci fa stare così male. Ma qual'è stato il risultato? Molti di voi si saranno accorti, che nonostante i tanti sforzi, hanno ottenuto l'effetto contrario: quel pensiero che ci fa preoccupare, spaventare, che ci rende triste, continua a rimanere impresso nella nostra mente! Perchè succede questo?

Il pensiero critico e le capacità logiche possono risolvere molti problemi materiali, ma sono inefficaci per fronteggiare gli stati mentali che sono resistenti al controllo verbale.

Noi viviamo nel "mondo del linguaggio", anzi possiamo dire che siamo intrappolati nel linguaggio, siamo così presi da tutte quelle parole e immagini che ci girano in testa, che perdiamo il contatto con il mondo della esperienza diretta. Ciò ci porta a ritenere che i pensieri negativi siano la realtà, e non semplicemente rappresentazioni o astrazioni della realtà. Questa tendenza innata della mente è alla base di un meccanismo patologico chiamato fusione. Per correggere questo comportamento errato, dobbiamo praticare la "defusione". Defondersi significa fare un "passo indietro"ed osservare i propri pensieri guardandoli per quello che sono.

Cosa possiamo fare per ridurre la nostra sofferenza?

Una delle strategie utili è proprio quella di imparare a defondersi dai propri pensieri ed emozioni negative, prendendone le distanze ma senza reprimerle, riducendo così l'impatto che queste hanno sulla nostra vita. Riuscire a prendere questa distanza aiuta a gestire meglio pensieri ed emozioni e a migliorare il nostro stato psicologico generale.

Un altro processo mentale che possiamo imparare a compiere al fine di ridurre lo stress e qualsiasi emozione negativa, è favorire l'accettazione dell'esperienzia: accogliere in modo non giudicante ciò che viviamo interiormente, senza l'assillo del controllo o della spiegazione.

Il nostro non essere disponibile a rimanere in contatto con particolari esperienze personali, come sensazioni fisiche, emozioni, pensieri, ricordi, si traduce in una messa in atto di comportamenti specifici che mirano a modificare l'effetto di questi eventi.

Dott.ssa Natalizia Francioso via C.Battisti n.6 Mira (Ve)-via T.Aspetti n.146 Padova     
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